CAMBIAMENTI CLIMATICI: ARRIVA IL PUNTO DI NON RITORNO, MA LA POLITICA E' LENTA...

Nella splendida sala dei Mappamondi, si è svolto ieri pomeriggio 27 Marzo, a Torino, nell'ambito della Manifestazione Biennale della Democrazia, un interessante dibattito avente per titolo"Cambiamenti Climatici la lentezza della risposta politica" ( con S.Castellari,G.Ricci,F.Giorgi coordina A.Montorsi) Che il clima sia cambiato e che l'incremento della temperatura della Terra sia in corso è un dato ormai che solo più in pochi contestano . Il 2104 è stato l'anno più caldo del Pianeta da quando si effettuano le misurazioni della temeperatura terrestre e gli anni più caldi sono tutti raccolti negli ultimi 10 anni. Colpa dei gas serra nocivi, tra tutti della CO2 che ha superato la soglia di concentrazione di 400 parti per milione, con un tetto massimo di "non ritorno" sul clima che è stato fissato dall'IPCC in 450 ppm. Siamo dunque drammaticamente vicini alla soglia di pericolo, quella che ci porterà ad in crementi di temperatura nettamente superiori ai 2° stabiliti entro massimo la fine di questo secolo.Le conseguenze sono tutte state studiate con modelli matematici e fisici assolutamente precisi e certi. Un primo effetto legato al riscaldamento globale sarà l'incremento delle precipitazioni intensive, le così dette bombe d'acqua, con alluvioni e devastazioni sul territorio, costosissime per il contenimento dei danni, per il rischio di perdere vite umane ed animali, per la distruzione di parti di territorio preziose per la biodiversità. L'altro effetto sarà il riscaldamento dei mari da una parte, l'acidificazione dell'acqua oceanica, con un innalzamento delle acque non dei previsti 20-30 cm ma di oltre 10, 30 metri il che vorrebbe dire la scomparsa di parti intere di regioni costiere, isole e sovvertimento dell'attuale mappa del Pianeta.Contemporanemente all'incremento degli eventi alluvionali estremi, vi sarà un incremento dei periodi di estrema siccità, con l'acqua che diverrà sempre più il vero oro. Il vapor acqueo tenderà a concentrarsi per poi precipitare violentemenete, ma occorrerà molto tempo poi perchè si possa riformare da qui la siccità. Il pericolo è noto, a far paura sono i ghiacciai della Groenlandia, che hanno iniziato a sciogliersi. Estinti quelli il disastro è sicuro. Il Mondo dei climatologi e dei governanti ha una grande occasione per fare finalmente qualcosa, alla prossima conferenza COP21 di Parigi 2015. Ma occorre mettere davanti prima l'interesse del Pianeta e la salute degli esseri umani, animali e vegetali o la Terra continuerà ad essere abitata, ma non più dalla razza umana , bensì da esseri adatti a clima di 5 - 6 gradi più elevati, alla siccità estrema e alle piogge torrenziali. Il film 2The Day After Tomorrow" , non è fanatascienza, basti pensare a questo! Ma forse la produzione di CO2 a quel punto sarà definitivamente e drasticamente terminata ed il clima pinao piano potrà tornare quello del '800. La ricerca dunque applicata alle fonti rinnovabili, l'abbandono definitivo del carbone, il contenimento drastico degli sprechi energetici, delle perdite di gas, sono alcune delle più immediate soluzioni possibili, anche per contenere gli ormai insostenibili costi delle riparazioni post disastro. Una questione di estrema attualità e di cui la politica non può non tenere conto, visto che i territori devastati sono anche quelli nei quali vivono le persone che dovrebbero sostenere la loro azione di governo. Accelerare accelerare accelerare, questa la parola d'ordine o anche la politica verrà spazzata via come le coste o le nostre case.

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