Ruolo della comunicazione ambientale per la prevenzione della salute
I cittadini
apprendono dai giornali notizie
contrastanti circa lo stato di salute del nostro pianeta e l’influenza che paiono avere sulla nostra salute una serie di sostanze
che penetrano nel nostro corpo perché inalate, mangiate, bevute o anche solo
per contatto diretto. Cosa c’è di vero
su quanto si dice sugli inceneritori o
sulla nocività delle discariche, ad esempio, ed ancora: se il fumo di
sigaretta fa male, il prodotto gassoso del traffico veicolare o quelli dei
camini ci lascia indenni? Nelle
centraline per il rilevamento degli inquinanti gassosi del traffico, vengono
testate le sostanze giuste o vi è un inutile spreco di soldi pubblici? Cosa si
fa per le micro polveri e le nano particelle ad esempio? Grandi esponenti del mondo della scienza
affermano senza paura di smentita che gli alimenti che contengono DNA
modificato sono assolutamente innocui , non possono produrre alcuna patologia
ne nel breve-medio o lungo periodo, nel mentre si scopre che il DNA spazzatura
è tutt’altro che inutile. Sono
innumerevoli le sostanze chimiche oggi immesse nell’aria, di molte non
conosciamo la reale pericolosità o, se la conosciamo, non sappiamo molto degli
effetti sommatori causati dalla miscela di una decina di questa nuove sostanze.
Informazione ambientale e medico di famiglia
Tutte queste
notizie oltre che alla gente comune, devono arrivare in modo chiaro e
documentato al medico di famiglia, figura fondamentale del Servizio Sanitario Nazionale, punto di raccordo
tra scienza e cittadini, in grado di tradurre il linguaggio spesso ermetico
della medicina superspecialistica o della biologia in terminologie più semplici
e chiare.
Molte troppe, patologie paiono oggi legate
all’inquinamento ambientale: dall’incremento delle allergie
alle crescenti intolleranze alimentari, con sensibile incremento a quella da
glutine. Aumentano tumori specifici, forme asmatiche ed altre patologie
respiratorie. Il clima con le sue evidenti variazioni in senso tropicale è alla
base di diversi disturbi cardio e cerebrovascolari, di sviluppo di focolai
infettivi favoriti dal caldo, di patologie dermatologiche.
Certamente aver
affinato la tecnica diagnostica e le numerose campagne di screening hanno
aumentato la possibilità di identificazione di molte patologie con una diagnosi
più precoce e spesso una terapia più efficace.
Prevenzione per non ammalarsi da cause ambientali
Occorre saper
vivere in ambienti salubri siano essi lavorativi o di vita e vivere secondo
stili di vita che possono prevenire alcune malattie. C’è dunque molto bisogno di
prevenzione per non ammalarsi da cause ambientali. Come sosteneva il compianto
Lorenzo Tomatis: “Gli inquinanti non restano confinati alle industrie che li producono
ma si spalmano nella società e non cambiano a seconda della latitudine”. Dunque
occorre comunicare e informare nel modo più verificato e chiaro possibile,
anche grazie ai “nuovi media”.
Comunicare il rischio
La dichiarazione
di Stoccolma del 1972 sancì l’importanza dell’educazione e della comunicazione
ambientale. Il trattato di Maastricht affronta il tema dell’informazione
ambientale come azione di prevenzione. Diventa così fondamentale la gestione
del rischio. Comunicare un rischio legato ad un problema sanitario o
ambientale o ad un allarme sociale non è
solo la mera informazione, ovvero il trasferire notizie da un soggetto a più
soggetti contemporaneamente, non è solo divulgazione. La comunicazione del
rischio prevede un’azione di feedback tra l’emittente ed il ricevente.
E il non farlo
Vi è poi un
pericolo ancora più subdolo che è quello di non comunicare, ad esempio alla classe medica, la sospetta nocività di alcune sostanze finché non viene evidenziato uno stretto rapporto causa-effetto, salvo
poi precipitose marce indietro e smentite o confuse azioni di intervento. E’
stato così per molte sostanze utilizzate nell’industria, nell’edilizia ed in
altri campi. Ricordiamo tutti l’esempio dell’amianto, oggi ancora estratto e lavorato in diversi paesi del mondo nonostante
tutte le evidenze scientifiche sulla sua nocività. A volte poi si tende ad enfatizzare un problema per evitare di
parlare troppo di qualcos’altro che si vuole
il più possibile mettere a tacere. Ben sottolineava questo aspetto il prof. Lorenzo
Tomatis nel suo ultimo libro “L’ombra del
dubbio” a proposito della discussione tra nocività del fumo di sigaretta e
pericolosità dell’amianto. Forse anche oggi potremmo tentare di fare degli
esempi analoghi parlando di nocività dei campi elettromagnetici generati da tralicci dell’alta tensione, parabole ed antenne per
comunicazione satellitare e telefonia cellulare. In un caso studi indipendenti
avrebbero evidenziato dei rischi certi per la salute, nell’altro si sospettano fortemente
pericoli ma mancano ancora evidenze definitive. Intanto si pongono tralicci
sopra scuole, asili nido, pensionati e case e si continuano a consumare decine
di ore al mese in lunghe conversazioni al telefono cellulare, con record di
consumi-acquisti dell’ Italia, in Europa. Una piccola ma già utile proposta
potrebbe essere quella di consigliare
l’uso dell’auricolare non solo quando si guida.
E che dire poi
sulla presenza di una sostanza radioattiva e cancerogena come il polonio nelle sigarette o del radon
presente nelle nostre case e che è noto per essere la
seconda causa al mondo di morte per il cancro ai polmoni. Tutto tace o se ne
parla poco ed in contesti ristretti, ma gli studi ci sono, molto seri e documentati e vanno avanti.
Allarmismo o silenzio
La missione
dunque è quella di aumentare la partecipazione attiva e consapevole della
popolazione senza gettare il panico con allarmi ingiustificati ma neanche
tacendo. Le api scompaiono, è colpa dei pesticidi vecchi e nuovi che continuano
ad essere utilizzati in larga quantità in agricoltura o di coltivazioni ogm?
Forse la spiegazione sta in entrambi le problematiche, ma dobbiamo evitare che,
nel dubbio di quale delle due sia più dannosa, si opti per una mera ed
inefficace discussione che non porti a drastiche decisioni da parte delle autorità
sanitarie.
La Repubblica Italiana tutela l’ambiente
Occorre inoltre
sottolineare come la
Repubblica Italiana preveda la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni;
protegge la biodiversita’ e promuove il rispetto degli animali. Questo infatti prevede
la riforma costituzionale approvata dalla Commissione Affari Costituzionali
della Camera (21 aprile 2004), che sancisce la tutela ambientale come principio
fondamentale della Costituzione.
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